Caro dott. Cairo *

Siamo due imprenditori milanesi che, in dimensioni molto inferiori, hanno attraversato i problemi che ora lei sta vivendo. Non abbiamo studiato giurisprudenza, ma siamo stati costretti a frequentare avvocati e aule giudiziarie. Comprendiamo le questioni che lei solleva, condividiamo quello che lei sta facendo, in primis nell’interesse del gruppo aziendale da lei amministrato e poi, non sappiamo se anche questo rientrava nel suo intento, nell’interesse di tutti quegli imprenditori che in questi anni hanno passato momenti difficili.

I punti che lei solleva e che condividiamo sono:

·       CONDANNA DEI PATTI COMMISSORI: ILLECITO CIVILE

·       CONDANNA DELL’USURA, INTESA A NORMA DI LEGGE COME APPROFITTAMENTO DI UNA SITUAZIONE DI DEBOLEZZA ECONOMICA: REATO PENALE

·       NELLO SFONDO DELLA SUA VICENDA COGLIAMO IL DESTINO DI UNA PARTE CONSISTENTE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO, improvvidamente ceduto dalle nostre banche, con l’approvazione di tutti i governi, ai fondi speculativi internazionali.

PATTI COMMISSORI

Leggiamo dai giornali il racconto della trattativa fra RCS e Blackstone:

“la vendita era avvenuta in un momento in cui non vi era parità contrattuale tra Blackstone e Rcs: il gruppo editoriale era in piena crisi finanziaria e fu costretto a svendere l’immobile storico di Via Solferino dalle banche (tra cui Unicredit, Banca Intesa e Bnp Paribas) che avevano concesso un prestito ponte e premevano per il rientro dell’esposizione debitoria. A seguire l’operazione di vendita per Rcs fu proprio Banca Imi, la banca d’ affari del gruppo Intesa. Cairo, che allora era solo un azionista di Rcs, si oppose insieme con Diego Della Valle, mentre i soci storici tra cui Mediobanca, Fca, Pirelli e Banca Intesa spinsero per la cessione”.

È un film che abbiamo visto migliaia di volte, nel diritto civile si chiama patto commissorio e, come sostengono, correttamente i suoi avvocati, dovrebbe essere nullo. Uso il condizionale perché non sempre l’intervento della magistratura è puntuale sull’argomento, e molti di noi lo hanno sperimentato sulla loro pelle. Vediamo che lei ha preferito affidarsi, per la risoluzione della controversia, ad un collegio arbitrale, le cui conclusioni hanno comunque un peso giurisprudenziale per i professionisti coinvolti. Solitamente è Davide (la parte più debole) che attacca Golia (il socio forte che ha utilizzato le difficoltà per costringerlo a svendere quote e proprietà) e la magistratura, (salvo lodevoli e meritorie eccezioni che, se le interessa, sono a sua disposizione) troppo timidamente affronta la gravità dei casi. Noi speriamo che questa occasione, in cui un Golia italiano è coinvolto, favorisca una riflessione sull’argomento. Cercheremo anzi di promuoverla, perché migliaia di famiglie imprenditoriali sono state rovinate in questa maniera e i patti commissori sono lo strumento con cui un certo modo di fare imprenditoria – che non è il nostro – acquista prestigiose aziende.

Perfettamente aderente alla storia nostra e di migliaia di altri imprenditori è la narrazione, sempre tratta dai giornali, di come lei ha acquisito consapevolezza della truffa subita: “diventato azionista di maggioranza di Rcs MediaGroup, già nel 2017 iniziò a studiare il dossier Blackstone-Solferino: si fecero analisi su come avvenne la vendita, sul perimetro e sulla valutazione degli immobili. Il prezzo corretto avrebbe dovuto essere attorno ai 190-200 milioni di euro. D’altronde che 120 milioni non fosse l’effettivo valore dell’immobile, secondo le ricostruzioni di Rcs, è dimostrato dal canone di affitto del contratto pluriennale con cui Blackstone ha poi dato in locazione a Rcs gli spazi di via Solferino contestualmente all’acquisto del 2013: una rata di 10,3 milioni di euro all’anno, spropositata per un immobile da 120 milioni di valore (il cui rendimento avrebbe dovuto essere invece attorno ai 6 milioni di euro all’anno) e più congrua per un immobile da 200 milioni di euro……. Allianz Real Estate, nell’estate del 2018 si dice disponibile ad acquistare l’immobile di via Solferino per cifre attorno ai 250 milioni (oltre il doppio rispetto ai 120 milioni del 2013)..”

Noi riteniamo quindi più che legittimo chiedere “la nullità della vendita poiché il prezzo di acquisto è stato più basso del valore reale, poiché il venditore era in un momento di estrema difficoltà, e poiché il compratore Blackstone era perfettamente a conoscenza di questa situazione.”

USURA

Anche qui riportiamo l’ineccepibile argomentazione dei suoi legali, basata sulla norma primaria (la legge 108/96 e il 644 BIS del c.p.) e non sul castello di norme secondarie ed interpretazioni giurisprudenziali che, con un massiccio sforzo di costruzione di storytelling e un’altrettanto massiccia azione di lobbying, gli uffici legali delle banche sono riusciti a rendere senso comune.

“Secondo Cairo l’accordo del 2013 fu concluso in una situazione di profondo squilibrio tra le parti a causa dei gravi problemi finanziari di RCS. In altre parole: secondo Cairo, Blackstone approfittò della debolezza di RCS per pagare i palazzi di via Solferino meno di quanto valessero. I legali di Rcs ipotizzano anche il reato di usura, perché Rcs sarebbe stata costretta a versare somme sproporzionate (l’affitto) quando si trovava in uno stato di difficoltà finanziaria.”

A Milano, (fatte salve le lodevoli e meritorie eccezioni di cui sopra) anche “l’approfittamento della debolezza” e il versamento di “somme sproporzionate” sono purtroppo comunemente derubricate a “contenzioso fra soci”.

Nella richiesta di archiviazione di altre nostre denunce, quando una CTU (peraltro condotta sulle norme secondarie di Bankitalia e non sulle norme primarie, la legge dello stato) ha accertato comunque usura nei rapporti bancari:

A fronte di questa impostazione (alcune anime belle si chiedono poi perché a Milano ci siano pochissime denunce per usura criminale) bene hanno fatto i suoi legali a puntare sull’arbitrato: “Rcs, invece, pensa che come prevede il contratto, una eventuale disputa debba essere risolta con un lodo arbitrale”

DESTINO DI UNA PARTE CONSISTENTE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO

Il fondo speculativo, sono ancora i giornali ad informarci, cerca di spostare la discussione del contenzioso su di un Tribunale USA. Se ci riuscisse sarebbe forse l’evento più dirompente e grave di tutta la vicenda: una parte importante del patrimonio immobiliare italiano è stata infatti improvvidamente ceduta dalle nostre banche, con l’approvazione dei politici italiani, ai fondi speculativi internazionali.

L’affare è colossale e ipergarantito: le garanzie immobiliari sulle sofferenze (NPL) superano il valore netto dei crediti in sofferenza, sono quindi il doppio del prezzo a cui i fondi speculativi hanno acquistato tali sofferenze. Inoltre molte di queste cessioni, già ipergarantite, sono assistite da potenzialmente micidiali (i derivati di stato insegnano) garanzie dello stato (GACS), peraltro rinnovate dall’attuale governo, anche da coloro che dall’opposizione le avevano combattute.

Molti segnali indicano che sia difficile concludere con i fondi speculativi una transazione a saldo e stralcio riguardante gli immobili. Stanno preparando un catasto degli immobili acquisiti a garanzia e si preparano a costituire fondi immobiliari con tali immobili.

Già ottenere giustizia in Italia è difficile, anche se è valutazione ormai comune che circa metà degli NPL siano interessi. Se il giudizio su eventuali contenziosi passasse al sistema giudiziario USA, la tragedia innescata dal rifiuto del Giubileo Bancario proposto nella precedente legislatura sarebbe completo.

PER TUTTE QUESTE RAGIONI SIAMO TOTALMENTE D’ACCORDO CON LEI, LE AUGURIAMO CHE QUESTA VOLTA DAVIDE PREVALGA SU GOLIA, APRENDO LA STRADA AD UN’INTERPRETAZIONE PIU’ EQUA DELLE LEGGI ESISTENTI, MA TROPPO SPESSO INAPPLICATE, SUI PATTI COMMISSORI E L’USURA.

Giovanni Pastore, imprenditore

Paolo Leone, imprenditore

segreteria.favordebitoris@gmail.com

* Caro: è un termine milanese che noi, per il suo uso spesso improprio e un po’ stupido, cerchiamo di non utilizzare. Ma in questo caso lo riteniamo appropriato perché lei, con la sua iniziativa, magari senza volerlo, sta sollevando e ponendo all’attenzione generale un problema che affligge tutti noi imprenditori.

di Giovanni Pastore – 17 dicembre 2018
da www.glistatigenerali.com
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